I bambini e le bugie: consigli per mamma e papà

Perché i bambini raccontano bugie? Come comportarsi e cosa non fare quando i nostri piccoli iniziano a raccontare frottole.

Chi non ha mai raccontato bugie?

Abitudine discutibile, è chiaro, ma dalla quale non si salva quasi nessuno.
Vuoi per mancanza di coraggio o fiducia in se stessi o per imbarazzo, una bugia, in parte innocua, alla fine scappa.
Molti sono gli adulti che hanno ceduto alla tentazione della bugia e molto spesso capita ai bambini.
Salvo che non è alterata la percezione della realtà, però, non deve destare preoccupazione nei genitori.
bambino davanti lavagna naso pinocchio bugie scritta I'll tell no lies

Le bugie dei bambini piccoli

Non sempre si tratta di vere bugie, perché bisogna prestare attenzione alla fascia d'età dei bambini.
Quando i bambini sono molto piccoli, le loro bugie non sono intenzionali, i piccoli ancora non sono consapevoli di mentire; questo periodo, nella psicologia evolutiva, è chiamato "pensiero magico", cioè quell'assetto mentale tipico dell'infanzia in cui non si ha distinzione fra realtà e immaginazione.

I bambini molto piccoli, sotto i sei anni, che ancora sono alla scoperta del proprio mondo interiore, sono bravissimi a mentire.
A volte sorprende anche il candore con cui le dicono, perché loro stessi sono i primi a credere alle loro bugie: i piccoli ancora non hanno distinzione fra realtà e fantasia.
I bambini, nella loro immensa fantasia cambiano i fatti, i personaggi di disturbo, diventano loro stessi dei supereroi; così come i loro giochi anche le bugie entrano in quel mondo fantastico, dove tutto è possibile e tutto può accadere.
I piccoli pensano che basti negare la realtà per eliminare il danno fatto e quindi non fare arrabbiare i genitori: se dicono di non aver mangiato di nascosto una merendina oppure di non aver rotto un vaso o altre marachelle, pensano che, come per magia, tutto sia finto, non è successo niente per loro ed anche per i loro genitori.
Quel "Non sono stato io!" è un modo di adattarsi alla vita che stanno conoscendo, quella piccola bugia aiuta loro a comunicare e capire la realtà che sta intorno.

Intorno ai sei-sette anni invece, i bambini iniziano a distinguere il vero dal falso e quindi sono in grado di poter ingannare chi sta loro attorno; le bugie iniziano a essere un aiuto per i piccoli, perché capiscono che negando il malfatto commesso si risparmiano la punizione.
Quando sono così piccoli e non sono ancora molto disinvolti nel mentire, è facile per i genitori capire che stanno mentendo; basta, infatti, guardare i loro atteggiamenti che saranno sicuramenti tesi e imbarazzati.
mamma rimprovera bambina piccola

Quando bisogna preoccuparsi per le bugie?

Per i genitori il campanello d'allarme può essere quando le bugie iniziano a essere troppo frequenti tali da indurre il piccolo a crearsi un "mondo irreale", finto, fatto di sogni e desideri lontani dalla realtà. L'alterazione della realtà può nascere da traumi, ansie, paure di non essere accettati.
In questo caso bisogna approfondire e cercare di capire il problema che ha generato le bugie.

Accertarsi sulla natura delle bugie: sono gravi?

Per evitare di incolpare ingiustamente i propri figli, è necessario capire che le bugie siano vere o false.
Non chiediamo ai nostri figli di essere quei modelli di "perfezione" che abbiamo nelle nostre menti: figli ordinati, puliti, diligenti, che riescono a soddisfare tutte le nostre aspettative... e così via.
Così facendo creiamo un circolo vizioso che induce i piccoli a raccontare bugie per non darci un dispiacere.

Tipi di bugie

Esistono vari tipi di bugie:

  • "Non sono stato io!", è la bugia della discolpa, che, con il passare degli anni, tende a scomparire.
  • "Non sono stato io, è stato lui!", questa è la bugia-calunnia, un comportamento antisociale che bisogna approfondire: il piccolo, con questa bugia, cerca di proteggere se stesso incolpando l'altro; bisogna capire perché lo fa, se ha subito ingiustizie da altri bambini o familiari. Potrebbe trattarsi di bambini che non sono stati creduti quando dichiaravano la verità e magari puniti al posto di altri.
  • Le vanterie: queste bugie servono a contrastare un senso d'inferiorità nel bambino.
    Se sono usate molto spesso, il piccolo cerca di alterare la realtà: molti genitori cercano di inserire i propri figli in ambienti sopra le loro possibilità, in ambienti cosiddetti snob, costringendo così i piccoli a inventare bugie per potersi adeguare alla realtà degli altri.

Come affrontare il problema bugie

Quando il bambino ha cinque anni, i genitori devono fargli capire i rischi che corre raccontando bugie, a iniziare dando loro fiducia, che potrebbe perdere; i genitori devono esprimere il loro parere negativo sul dire le menzogne, ma non devono esagerare con atteggiamenti troppo severi e dure punizioni, perché il piccolo potrebbe continuare a mentire proprio per evitare i castighi.

Come devono comportarsi i genitori?

  • Il buon esempio innanzitutto: evitare assolutamente di mentire loro, ad esempio con promesse che sappiamo di non poter mantenere, solo per convincerli a fare qualcosa in quel momento; le bugie, ai figli, non vanno mai dette, anche davanti a domande imbarazzanti, difficili, è necessaria la massima sincerità, perché se un genitore mente, il figlio si sente autorizzato a mentire anche lui. I piccoli imparano la sincerità così come la menzogna dai loro genitori, quindi attenzione!
  • Niente etichette: evitare di giudicare il bambino ed etichettarlo come bugiardo, a lungo andare, si rischia di farlo diventare tale.
    Lo sappiamo tutti che "le bugie hanno le gambe corte" e che "son come le valanghe: più rotolano e più s'ingrossano", così come recitano vecchi proverbi e noi adulti, soprattutto se genitori, dobbiamo ricordare che mentire ai bambini, ai figli, significa renderli più sospettosi e insicuri.
  • La sincerità deve essere alla base dei rapporti fra i membri della famiglia, per non comprometterne la fiducia reciproca.

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L'articolo è solo informativo, perché Think Donna non offre trattamenti medici né fa diagnosi.
Prima di iniziare, si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti
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