Chirurgia estetica, quando è necessario rifare l'intervento.

Le statistiche più recenti sulla soddisfazione dei pazienti dopo un intervento ci dicono che la percentuale di coloro che si trovano costretti a rioperarsi oscilla fra il 10 e il 30%.

Cosa fare per limitare al minimo il rischio di insuccesso e ottenere il miglior risultato estetico?

E' importante, prima di tutto, essere consapevoli che la chirurgia estetica è un atto medico e che, come tale, non può essere esente da potenziali rischi.
Bisogna quindi rivolgersi a specialisti esperti e affidabili e rifiutare gli interventi "low cost" proposti da medici che si avventurano con una certa improvvisazione e faciloneria nel mondo della chirurgia estetica, sottovalutandone i potenziali rischi, in quanto questa è una delle maggiori cause dell'aumento degli interventi secondari, detti anche "di revisione".

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Cosa significa "chirurgia secondaria"

La chirurgia secondaria tecnicamente si avvicina alla chirurgia ricostruttiva perché, dopo un primo intervento che non ha dato i risultati desiderati, c'è bisogno di riparare tessuti e strutture più o meno compromesse.
Intervenire su un paziente già operato, spesso da un altro collega, richiede padronanza delle tecniche ed esperienza e può essere molto più complesso rispetto ad un normale intervento. dottor quercioli

I motivi per cui si torna in sala operatoria

In alcuni casi ci si trova di fronte ad vero e proprio fallimento chirurgico, un intervento mal riuscito per errore tecnico o complicanza, i cui risultati possono essere invalidanti per il paziente, sia sotto il profilo estetico che psicologico.
In altri casi il risultato insoddisfacente nasce da un problema di comunicazione fra medico e paziente. Non è raro oggi per un chirurgo plastico trovarsi di fronte a richieste eccessive, oggettivamente irrealizzabili o inappropriate, che non rispettano un giusto equilibrio estetico e funzionale.
E' indispensabile saper porre un limite, perchè i pazienti con aspettative poco realistiche, dettate il più delle volte da un disagio emotivo anzichè da un'esigenza estetica reale corrono un rischio molto elevato di non essere mai soddisfatti.

Quali sono gli interventi per i quali si effettua più spesso la chirurgia secondaria?

Uno degli interventi che più di frequente può richiedere un ritocco o un vero e proprio reintervento è la rinoplastica, che serve a migliorare i rapporti anatomici del naso e riportare armonia nei tratti del volto.
Un'eccessiva riduzione del dorso nasale o delle cartilagini può causare gravi deformità del naso, tali da richiedere una complessa ricostruzione delle parti danneggiate. Anche la mastoplastica additiva è un intervento sul quale in alcuni casi ci troviamo a reintervenire, sia per imperizia o inadeguata programmazione dell'intervento da parte del chirurgo che per insoddisfazione della paziente.
I problemi forse più gravi possono essere un errato posizionamento delle protesi, che può far sì che il loro profilo sia visibile e palpabile dall'esterno, o una scelta errata degli impianti mammari.
Un evento per fortuna molto raro è la contrattura capsulare, una reazione anomala dei tessuti durante il processo di cicatrizzazione, che causa indurimento e deformazione delle mammelle. dottor Fabio Quercioli

La chirurgia secondaria è destinata ad aumentare in futuro?

I casi di chirurgia secondaria potrebbero aumentare, anche perchè sono sempre maggiori le richieste di interventi estetici, oggi nel nostro Paese ne effettuiamo oltre 300.000 all'anno. E' auspicabile che i pazienti siano sempre più informati e che cresca la consapevolezza che la chirurgia estetica è prima di tutto un atto medico, che richiede una decisione ponderata e una corretta pianificazione, affidandosi solo a specialisti qualificati ed esperti.

Articolo a cura di
Dott. Fabio Quercioli - chirurgo plastico ed estetico

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