Risonanza magnetica in gravidanza: quando si può fare

Mamma, linee guida e precauzioni da adottare prima di sottoporsi a una risonanza magnetica in gravidanza.

La gravidanza è una condizione particolarmente delicata, che porta in dote una serie di cambiamenti fisiologici. Come sottolinea il Ministero della Salute, lo sviluppo del feto e dell'utero, assieme alla formazione della placenta e del liquido amniotico "comportano un costante e graduale aumento di peso che, nella norma, deve essere contenuto tra i 9 ed i 12 Kg", anche in considerazione del fatto che i tessuti tendono a trattenere una maggiore quantità di liquidi. In aggiunta, una donna in stato interessante deve adottare maggiori precauzioni per proteggere la propria salute e garantire un corretto sviluppo del feto. A tal proposito, è necessario prestare la dovuta attenzione nel caso in cui sorga la necessità di sottoporsi a visite mediche o esami strumentali. Tra questi, può esservi la risonanza magnetica: di seguito, vedremo quali sono le precauzioni da adottare per sottoporsi a questo tipo di esame in maniera sicura durante la gravidanza.

Consultare il proprio medico

La prima cosa da fare quando si palesa la possibilità di sottoporsi a una risonanza magnetica, a una TAC o a un esame radiografico durante il periodo della gravidanza è consultare il proprio medico curante. Questo perché, in via preliminare, è necessario valutare attentamente - in base allo stadio della gravidanza e al quadro clinico generale della paziente - se uno degli esami strumentali sopra citati sia indispensabile oppure no. Il medico, infatti, potrebbe disporre un esame alternativo (e meno invasivo) come l'ecografia. Ad ogni modo, in presenza di una reale esigenza clinica, una donna incinta non ha motivo di rinunciare all'esame strumentale di cui ha bisogno.
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Sottoporsi a radiografia o risonanza durante la gravidanza

Come già accennato, alle donne in stato di gravidanza gli esami radiografici non sono preclusi in maniera assoluta ma vanno affrontati con le dovute precauzioni. Come spiega l'AIRC tramite il proprio portale online, in merito alla possibilità per una paziente incinta di sottoporsi a risonanza magnetica, "durante la gravidanza l'esame non è controindicato , anche se la prudenza consiglia di evitarlo nelle prime 12 settimane, se non è assolutamente indispensabile e urgente".

Allo stesso modo, è consigliabile una certa prudenza anche per altri esami che prevedono l'impiego di radiazioni, poiché è necessario non arrecare danni al feto. A tale scopo, si può ridurre al minimo la quantità di radiazioni a cui esporre la paziente incinta, regolando adeguatamente l'apparecchiatura così da ottimizzare l'emissione e ottenere comunque un'immagine radiografica di qualità. In aggiunta, il tecnico addetto all'apparecchiatura può diminuire il campo di irraggiamento, così da cercare di non irradiare anche il feto.

Va tenuto conto, ad ogni modo, che TAC e radiografie sono esami sostanzialmente sicuri se riguardano zone del corpo lontane dall'area addominale. Per risultare realmente pericolosi, dovrebbero superare una soglia di sicurezza che il Comitato Internazionale di Radioprotezione ha individuato in oltre 100 mGy (milligray, unità di misura della radiazione assorbita), superabile con almeno 3 TAC e una decina di radiografie.

Per quanto riguarda la risonanza (per la quale non vengono impiegate radiazioni ionizzanti come per TAC e radiografie), affinché l'esame strumentale venga effettuato correttamente e senza comportare un'esposizione nociva per il feto, è bene informare anche il radiologo della gravidanza in corso. In tal modo, si avranno ulteriori garanzie circa la possibilità di procedere con l'esame oppure individuare la soluzione che meglio si addice alle necessità della singola paziente.

Questo genere di precauzioni vanno adottate a prescindere dalla struttura che eroga la prestazione. Le risonanze, così come gli esami radiografici, possono essere effettuate sia presso ambulatori privati (molti consentono di prenotarli mediante il proprio sito, come ad esempio www.ionoforetica.it) sia presso una qualsiasi struttura del Servizio Sanitario Nazionale, previo il pagamento del ticket.

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L'articolo è solo informativo, perché Think Donna non offre trattamenti medici né fa diagnosi.
Fate attenzione sempre per eventuali allergie. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico di fiducia e/o di specialisti.

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