25 novembre, come fermare la violenza sulle donne
Una delle violazioni dei diritti umani più diffuse nel mondo è la violenza contro le donne.
Violenza che può assumere forme molto diverse:
- violenza domestica (percosse, violenza psicologica, economica, stupro coniugale, femminicidio);
- comportamento persecutorio (stalking);
- molestie o aggressioni sessuali (stupro, avance sessuali indesiderate, molestie per strada, molestie informatiche);
- tratta di esseri umani (schiavitù, sfruttamento sessuale);
- mutilazione genitale femminile;
- matrimonio precoce e forzato.
Come fermare la violenza contro le donne?
Tra l'agosto del 2020 e il luglio del 2021, sono state donne le vittime di omicidi volontari. E il Covid-19 ha contribuito ad aumentare la violenza sulle donne, perché spesso costrette a stare a casa con il carnefice.
Secondo l'Onu, la violenza sulle donne è aumentata del 20%, nel corso della pandemia.
In Italia, più di 89 donne al giorno subisce una forma di violenza.
Molto spesso, tante donne non denunciano perché non hanno un reddito economico. La mano colpevole è soprattutto quella di mariti, fidanzati e compagni, ma anche di ex. Un dolore senza fine, se si pensa che nel 2021 sono state 109 le vittime e 101 nel 2020.
Un'emergenza mai finita che richiede uno sforzo da parte di tutti, a cominciare dal governo, che dovrebbe adottare e far rispettare le leggi, con l'obiettivo di porre fine all'impunità, perseguire gli autori di violenza contro donne e ragazze con pene certe e fornire alle vittime rimedi e supporti per il danno che hanno subito, ammesso che si possa mai riparare, finanziando anche i Centri antiviolenza.
In una dichiarazione di questi giorni, Mario Draghi, attuale presidente del Consiglio, ha ribadito che:
«La tutela delle donne è una priorità assoluta per il governo, che intende affrontare l'odioso problema della violenza di genere in tutti i suoi aspetti, dalla prevenzione al sostegno alle vittime».
I fatti di cronaca raccontano che le vittime hanno provato a urlare il loro dolore e purtroppo molto spesso non è servito a niente. Bisogna fare molto di più; vanno bene le ricorrenze, come quelle preparate per il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne; ma le parole non bastano, servono i fatti e continuare a dire alle donne vittime di violenza di denunciare subito.
Sono purtroppo ancora tante le donne che non denunciano gli uomini che fanno loro violenza. Donne vittime che continuano a subire in silenzio abusi di ogni genere, spesso, purtroppo, troppo spesso, degenerati in femminicidio.
Per accogliere le richieste d'aiuto e assistere le donne vittime di violenza, negli anni Settanta e Ottanta del Novecento sono nati i Centri antiviolenza.
Centri antiviolenza
Sono strutture in cui sono accolte, gratuitamente, le donne di tutte le età e i loro figli minorenni, indipendentemente dal luogo di residenza, che hanno subito violenza o sono sotto minaccia.
I Centri Anti Violenza (CAV) sono collegati al 1522 (www.1522.eu) e garantiscono il servizio telefonico h 24.
Se sei in pericolo e hai bisogno di aiuto, anche ora, in questo momento che stai leggendo quest'articolo, chiama il 1522, il servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari Opportunità. Il numero, gratuito è attivo 24 h su 24, e accoglie, con operatrici specializzate, le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.
Puoi anche chattare direttamente con una loro operatrice.
I CAV forniscono gratuitamente alle donne servizi di accoglienza, di ascolto, consulenza legale e assistenza psicologica e di supporto soprattutto in presenza di figli minori. Offrono informazioni e supporto a tutte le donne che vogliono superare ogni tipo di violenza di genere, che sia fisica o psicologica, economica, domestica, intra ed ex extra familiare; creano, per ciascuna donna, un percorso personalizzato, con orientamento al lavoro e all'autonomia abitativa.
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