Fino a quando la mia stella brillerà di Liliana Segre, Daniela Palumbo | Biblioteca delle Donne
Oggi, 27 gennaio è il Giorno della Memoria e, in occasione delle celebrazioni, vi voglio scrivere della signora Liliana Segre, testimone di libertà.
Sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti e testimone di essi, la signora Segre è nata a Milano, il 10 settembre del 1930.
Il 19 gennaio 2018, anno in cui ricade l'80° anniversario delle leggi razziali fasciste, è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Nel 2015 la sua storia per la prima volta è raccontata nel libro Fino a quando la mia stella brillerà, edito Piemme.
Il libro è dedicato ai ragazzi dagli undici anni in su, ma, con una lettura guidata, può essere proposto ai bambini delle ultime classi elementari.
Riferimenti editoriali
- Editore: Piemme
- Collana: Pickwick
- Anno edizione: 2015
- Pagine: 197, ill., rilegato
- Età di lettura: da 11 anni
Sull'autore
Liliana Segre è nata a Milano, da una famiglia ebrea.
A 13 anni, nel 1943, viene tragicamente deportata ad Auschwitz insieme al padre: solo lei si salverà, e farà ritorno a casa dove, con grande dolore, si dedicherà alla testimonianza dell'Olocausto.
Daniela Palumbo
Daniela Palumbo è nata a Roma nel 1965. Giornalista, ha cominciato a pubblicare libri per ragazzi nel 1998 con un testo sulla disabilità.
Vive a Milano dove lavora per il mensile "Scarp de' Tenis", storico giornale di strada.
Trama
Aveva trascorso l'infanzia tra i giochi e l'amore esclusivo del padre vedovo con la compagnia e la vicinanza di nonni affettuosi.
Una sera, a tavola, il padre Alberto, vedovo innamorato di questa sua unica bambina, le annuncia che non potrà più andare a scuola: è stata "espulsa".
Liliana ha 8 anni. È il 1938: sono entrate in vigore le leggi razziali in Italia.
In poco tempo i giochi, le corse coi cavalli e i regali di suo papà diventano un ricordo e Liliana si ritrova prima emarginata, poi senza una casa, infine in fuga e arrestata.
A tredici anni viene deportata ad Auschwitz.
Parte il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della stazione Centrale di Milano e sarà l'unica bambina di quel treno a tornare indietro.
Ogni sera nel campo cercava in cielo la sua stella. Poi ripeteva dentro di sé: finché io sarò viva, tu continuerai a brillare.
Un libro serio, distinto e sobrio, che ci regala una nitida testimonianza, importante e coraggiosa, fatta, appunto, con chiarezza e con spessore morale ed educativo, senza facili sentimentalismi troppo emotivi.
La prefazione, scritta con lo stesso stile sobrio ed elegante, è a cura di Ferruccio de Bortoli.
Una lettura dedicata ai ragazzi ma consigliata anche agli adulti, perché sicuramente aprirebbe le menti di quelli che, ancora oggi, continuano a non capire.
Un racconto semplice ma forte allo stesso tempo, lettura scorrevole e comprensibile anche ai più piccoli.
È un libro di quelli necessari, capace di tener stretto alla lettura anche un giovane lettore.
Non è mai facile spiegare ai nostri ragazzi le atrocità fatte nel corso della storia dagli uomini contro altri uomini, soprattutto quelle fatte contro gli Ebrei; ma se a farlo è una nonna, i ragazzi ascoltano sicuramente con più attenzione.
In occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, 2400 ragazzi, studenti delle medie e superiori, (arrivati da tutta la Lombardia e da altre Regioni limitrofe, come Piemonte e Liguria) si sono riuniti al Teatro degli Arcimboldi di Milano, per ascoltare la testimonianza della signora Liliana Segre che, ai suoi "nipoti ideali" si è rivolta loro con queste parole:
«Sento di giovani che si sono suicidati per un brutto voto a scuola o per aver subito atti di bullismo.
Ragazzi, io vi dico: scegliete sempre la vita!
Un brutto voto a scuola si rimedia e se prendete un pugno da un bullo pensate che voi siete più forti, mentre è lui da disprezzare, così come chi allo stadio mette la maglietta di Anna Frank. Non sono loro i più forti, sono degni di disprezzo».
Ha sottolineato bene le parole, la signora Segre, accolta da applausi a più riprese.
«Ogni anno io mi presento come una nonna. I miei nipoti ideali oggi siete voi davanti a me, e vorrei guardarvi negli occhi, abbracciarvi uno per uno, perché sono sicura che qualcuno di voi diventerà candela della memoria».
Poi ha fatto un appello anche agli insegnanti:
«Sento parlare di "gite" a Auschwitz. Insegnanti che siete qua, non chiamatela mai "gita".
Quello ad Auschwitz è un pellegrinaggio, da fare in silenzio, possibilmente sentendo un po' di fame e un po' di freddo. Gita è una parola orribile per indicare i campi dove la persone sono morte solo per la colpa di essere nate.
A voi, miei nipoti ideali io voglio insegnare la pace, l'amore, la libertà».
Perché leggere questo libro
Un libro vivamente consigliato, anche perché pone riflessioni sul valore della famiglia, sul rapporto con i genitori ma soprattutto fa capire come tutto inizia con l'indifferenza, con la tolleranza di azioni scorrette fatte contro persone che fino al giorno prima erano considerate amiche.
Interessanti e significative le pagine dedicate al "prima" di Auschwitz, che fanno capire, soprattutto a noi italiani, chiusi nella nostra presunta bontà e che spesso dimentichiamo o vorremmo dimenticare le nostre responsabilità collettive, come tutto è stato possibile.
Per volontà della signora Liliana Segre, il ricavato proveniente dai propri diritti sarà devoluto all'Opera san Francesco per i poveri Onlus di Milano.
Sono passati ottant'anni dalle "Leggi per la difesa della razza", emanate dal parlamento e governo di Mussolini e controfirmate e promulgate dal re Vittorio Emanuele III, che discriminavano una parte della popolazione italiana e annullavano i diritti di uguaglianza.
Riporto le parole del Presidente della Repubblica Mattarella:
«Le leggi razziali rappresentano un capitolo buio, una macchia indelebile, una pagina infamante della nostra storia».
Ecco il video...
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