Mal d'orecchio nei bambini: cause e rimedi più comuni

L’otalgia può colpire chiunque, ma quando sono i bambini a soffrire di mal d’orecchio diventa più complicato gestire il problema. Ecco perché bisogna conoscerne almeno le cause e i rimedi più comuni.

Il mal d'orecchio nei bambini, e non solo, è un disturbo molto frequente. Non è affatto raro, infatti, trovarsi davanti a un bimbo che è facilmente irritabile, che non riesce a dormire serenamente e che lamenta un forte dolore, talvolta accompagnato da prurito o vertigini, all'orecchio.
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Come riconoscere i sintomi più comuni

Va considerato, poi, che per i genitori, o per coloro che si prendono cura del piccolo, la difficoltà nel riuscire a capire qual è l'esatta ragione di tal sofferenza aumenta con il diminuire dell'età, dato che:

  • i neonati possono comunicare il loro disagio solo mostrandosi inappetenti e, soprattutto, lasciandosi andare a lunghi pianti;
  • i bambini più grandi, invece, riescono ad aggiungere ai sintomi presenti nei neonati gesti specifici (indicando la zona dolorante) e/o parole (con esplicite spiegazioni più o meno articolate del loro stato).

Dunque è importante conoscere sia le principali cause dell'otalgia, in modo da poter fare prevenzione, sia i rimedi più comuni.

Le cause del mal d'orecchio

Per quanto riguarda le cause del mal d'orecchio, esse, oltre al tappo di cerume e ai traumi diretti, possono essere legate ad altri fattori.

1 - Stagnazione d'acqua

Se, ad esempio dopo un bagno, l'orecchio esterno non viene asciugato bene, può verificarsi un processo infettivo determinato dalla presenza di batteri o funghi che prolificano maggiormente in acqua. Il dolore però in questi casi non è accompagnato da febbre.

2 - Colpi d'aria fredda

Oltre all'acqua anche l'aria può diventare un nemico per le orecchie, soprattutto in inverno. L'esposizione prolungata al freddo, infatti, può provocare dolore da infiammazione o infezione:

  • stimolando direttamente i nocicettori presenti nella porzione esterna dell'orecchio (composta da padiglione auricolare, canale uditivo e membrana timpanica) con la possibilità di arrivare a penetrare le parti più interne dell'orecchio e, tramite la tuba di Eustachio, giungere a gola e naso;
  • o viceversa (otalgia riflessa) compromettendo, a partire da una zona esterna all'orecchio (comunque nelle vicinanze), la regione auricolare per via delle connessioni nervose.

3 - Lo stato di salute non ottimale del bambino

Diretta conseguenza dei primi due punti. Infatti, per quanto si possa cercare di star costantemente dietro alla vitalità dei bambini, che amano tuffarsi in acqua e giocare all'aria aperta sia in inverno che in estate, non sempre è possibile asciugarli immediatamente o coprirli alla perfezione, evitandogli un abbassamento delle difese immunitarie.
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Otite media

Sono queste le condizioni adatte affinché si verifichi l'otite media, un'infezione di natura batterica o virale che si manifesta, spesso con la presenza di stati febbrili, insieme a o a seguito di raffreddore e mal di gola.

I germi attraversano così la tuba di Eustachio, il piccolo canale che collega, appunto, gola e naso con l'orecchio medio dove, infine, si annidano provocando la produzione di pus nella cavità il quale, a sua volta, comprime il timpano.
Il dolore che ne deriva è acuto.

Otite media catarrale

Nei casi di otite media catarrale, invece, il bambino non percepirà molto male ma risulterà distratto e tenderà a farsi ripetere le parole.

Forti sbalzi di pressione

Quando il corpo umano subisce repentini cambi di pressione dovuti all'aumentare o al diminuire dell'altitudine (come durante le fasi di decollo e atterraggio in un volo aereo o come quando si prende la funivia in montagna) non sempre riesce ad adattarsi.
Ne consegue inevitabilmente la rottura dell'equilibrio tra la pressione esterna e quella interna dell'aria presente nelle cavità orali, nasali e dell'orecchio medio, la quale si va a comprimere o espandere troppo.

Si verifica così il cosiddetto barotrauma. Come per l'otite, anche la manifestazione di tal disturbo è, ovviamente, agevolata dalla presenza di raffreddore nel bambino in quanto l'infiammazione delle vie aeree porta a un ispessimento della mucosa che ostacola parzialmente o del tutto la fuoriuscita dell'aria.

Va sottolineato che alcuni bambini possono essere maggiormente predisposti a sviluppare queste varie forme di mal d'orecchio, le quali comunque in genere sono transitorie e risolvibili senza problemi nell'arco di massimo qualche settimana.

Raramente, però, possono arrivare delle complicazioni, anche piuttosto serie, come la mastoidite (infezione del processo mastoideo, un osso che si trova dietro l'orecchio), la perforazione del timpano, la riduzione dell'udito, o, ancora, la paralisi temporanea del nervo facciale, la meningite, l'encefalite.
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Quindi è bene non sottovalutare i sintomi e non ricorrere a rimedi fai da te che possono rivelarsi controproducenti, bensì rivolgersi subito al pediatra il quale in seguito ad una visita valuterà il corretto trattamento con la prescrizione o meno di antibiotici, gocce auricolari, cortisonici, mucolitici, ecc.
In attesa dell'intervento del medico si consiglia di:

  • somministrare al bambino un antidolorifico;
  • farlo dormire con la testa leggermente sollevata per ridurre la pressione e favorire l'eventuale fuoriuscita di liquido presente all'interno dell'orecchio (che andrà tamponato delicatamente);
  • e, in presenza di raffreddore, procedere con lavaggi nasali.

È assolutamente sconsigliato, invece, bagnare il condotto uditivo o utilizzare bastoncini di cotone se si sospetta la presenza di un tappo di cerume.
Se l'otalgia dovesse durare più di un paio di mesi far visitare il bambino da un otorinolaringoiatra.

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L'articolo è solo informativo, perché Thinkdonna non offre trattamenti medici né fa diagnosi.
Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti.

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