Scrambler Therapy: come bloccare il dolore cronico
Che cos'è la scrambler terapia? Stiamo parlando di un macchinario molto utilizzato nell'ambito della terapia del dolore. In particolare il dolore cronico. Questo strumento è molto utilizzato e richiesto proprio perché rientra nelle cosiddette terapie mini-invasive. Cioè dove il grado di invasività è ridotto o quasi nullo rispetto ad altri tipi di terapia. Come ad esempio i classici interventi chirurgici.
Scrambler therapy come funziona
Il funzionamento della macchina avviene tramite elettrodi che vengono posizionati sulla zona dolente. Questi elettrodi inviano al cervello un segnale di "non dolore". Questo perché i segnali nervosi del dolore vengono inviati direttamente dal cervello al nostro organismo. Simulando l'impulso elettrico contrario al dolore, il nostro cervello, rimanda questo impulso al nostro corpo in modo che non senta più male dove prima lo sentiva.
Questo è un modo per schematizzarlo in modo banale e comprensibile a tutti.
La Scrambler Terapia funziona quindi come una sorta di neurone artificiale. Agisce sugli impulsi che il cervello dà al nostro corpo facendogli restituire una "informazione" di non dolore. Quando noi sentiamo male il cervello manda un impulso che si traduce in dolore. La terapia è capace di invertire lo stimolo andando quindi ad agire sullo scambio di informazioni corpo-cervello.
I farmaci antidolorifici per esempio, svolgono un'azione diversa. Non modificano l'impulso, ma semplicemente bloccano la conduzione di questo segnale doloroso. In attesa poi della guarigione effettiva.
Se pensiamo ad esempio a quella che viene definita sindrome dell'arto fantasma, cioè quella sensazione che alcune persone hanno nel sentire ancora un arto che in realtà hanno perso, capiamo quanto siano potenti gli impulsi che passano dal cervello.
Quando si utilizza la Scrambler?
Come dicevamo prima la terapia è molto richiesta e sta prendendo molto piede in questi ultimi anni. Viene utilizzata principalmente per il dolore cronico e i dolori neuropatici.
Viene utilizzata con successo anche ad esempio nel trattamento del dolore cronico come conseguenza dell'infiammazione nel Fuoco di Sant'Antonio.
I malati oncologici lo utilizzano come terapia di supporto per alleviare il dolore.
Spesso viene prescritta a tutti quei pazienti che hanno avuto un intervento chirurgico e accusano stati dolorosi a causa proprio dell'intervento.
Quante sedute sono necessarie
Ribadiamo come la Scrambler Therapy sia del tutto indolore. Si può percepire una sensazione di calore a volte, ma il dolore è una componente che non si percepisce, perché, anzi, agisce sul cervello per eliminare lo stato doloroso.
Anzi, sentire un fastidio durante la terapia è segnale che gli elettrodi non stanno agendo correttamente e quindi va diminuita l'intensità della macchina.
Un'intensità scorretta infatti è inutile ai fini della terapia. Non deve essere né troppo alta né troppo bassa. Non è vero che più alta sia l'intensità maggiori siano i benefici. Anzi.
Gli elettrodi vanno poi posizionati nell'area colpita dal dolore. Solitamente si procede ogni volta per circa mezzora. Alle volte anche 45 minuti. A seconda della zona da trattare, dai risultati che stiamo ottenendo e da come il paziente risponde alla terapia può variare il numero di sedute necessarie per mantenere un risultato duraturo.
Di norma sono richieste circa una decina di sedute. Ma ripetiamo dipende dai casi. Bisogna sempre parlarne con il medico curante per definire bene la strategia. I benefici si iniziano a sentire già a partire dalle prime sedute, proprio perché agisce con degli stimoli direttamente agli impulsi del cervello.
A cura del Dr. Gabriele Ferrucci
Centro Medico "Unisalus"
Di Thinkdonna
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