Dai produttori ai consumatori, il vino biologico mette d’accordo tutti: ecco gli ultimi dati
Se è bio, allora piace: pare essere questa la regola che domina l'attuale mercato italiano, specialmente per via dell'apprezzamento piuttosto evidente dimostrato dai consumatori del nostro paese. Si parla di una vera e propria svolta che, in tempi recenti, ha iniziato a palesarsi presso i nostri confini e i nostri mercati. È chiaro che si tratta di un'ottima notizia, per via dei tantissimi vantaggi appartenenti al biologico, ed è importante sottolineare che nemmeno il settore del vino, una delle specialità del nostro paese, fa eccezione.
La crescita del vino biologico
Cresce il mercato del vino biologico, stando ai dati divulgati da una ricerca di Federbio e Coldiretti. Secondo il recente rapporto, la "svolta verde" del vino ha visto un +18% di vendite lo scorso anno, sfiorando la bellezza di 5 milioni di litri venduti attraverso i canali della grande distribuzione. Poi c'è un altro numero che deve far riflettere: se si confronta il trend di sviluppo del vino bio, si nota una crescita superiore di sei volte alle tendenze degli altri mercati biologici, un dato davvero straordinario. Se poi si considerano gli ultimi 10 anni, la crescita delle vendite arriva addirittura al +234% rispetto ai dati registrati nel 2007. Dunque sempre più consumatori si recano al supermercato alla ricerca di questo tipo di prodotto, e anche le grandi catene se ne stanno rendendo conto. Non a caso, consultando un catalogo online di una vinoteca come quella di Aldi, ad esempio, si possono trovare molti vini biologici fra le vetrine del negozio. E, visti i numeri, questo tipo di prodotto dimostra di piacere parecchio anche ai produttori, per via della calda accoglienza riservata dall'attuale mercato italiano.
Lato produttori: soddisfazione e nuove prospettive
L'edizione 2019 di Vinitaly ha chiarito che il mercato del vino odierno è un mercato sempre più spesso a tinte green. Non solo da un punto di vista delle preferenze dei consumatori, ma anche lato produttori, al punto che anche le aziende vitivinicole e le cantine hanno deciso di abbracciare questo trend. Lo hanno fatto non solo perché piace alle famiglie italiane, ma anche perché fa bene al pianeta: basti pensare ai danni provocati al terreno dall'impiego dei fitofarmaci nel mondo delle coltivazioni vitivinicole. Vale poi la pena di approfondire il discorso relativo ai vitigni resistenti: si tratta di coltivazioni note anche come Piwi, che si basano sull'uso di varianti di vite naturalmente resistenti all'azione dei funghi e di altri parassiti. In pratica, questi vitigni potrebbero rappresentare il futuro del vino biologico, perché capaci di resistere da soli senza l'impiego di pesticidi e anti-parassitari.
Il vino green, dunque, pare che abbia messo d'accordo proprio tutti: dal produttore al consumatore finale, passando anche dagli "intermediari" della grande distribuzione. E il futuro mostra una serie di opzioni utili (come i Piwi, appunto) che ci fanno sicuramente ben sperare.
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Di Thinkdonna
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